Allievo della scuola di Gigi Proietti, Gabriele Cirilli torna a teatro con un nuovo spettacolo
Ama il teatro in modo viscerale – e l’ha sempre dichiarato. Allievo della scuola di Gigi Proietti – il cui mantra a lezione era "Parlamo poco, fateme vede', Gabriele Cirilli si nutre ancora delle emozioni sprigionate dal palcoscenico. Torna in scena con “Duepuntozero”, uno show completo che promette risate a volontà.
“Un attore è una persona che accetta sin dall’infanzia di mettersi in mostra per tutta la vita davanti a un pubblico anonimo!”. Una bellissima citazione di Milan Kundera apre il tuo comunicato stampa. Cosa significa per te non sapere chi hai davanti? Cosa ti suscita? Paura? Curiosità? Emozione? Ansia?
Provo un turbinio di sensazioni. Il pubblico è anonimo sempre, ma durante lo spettacolo ci si conosce e spetta a me ogni volta di essere vero anche nella finzione in modo che la gente possa ricevere le mie emozioni per condividerle. E se a fine spettacolo esplode, vuol dire che mi ha accettato, capito… insomma amato. Spesso con la standing ovation le persone dimostrano stima e consapevolezza della mia professionalità.
Che spettacolo si devono aspettare i tuoi “anonimi”?
Lo spettacolo ‘Duepuntozero’ è un patchwork di stili, comicità, satira, battute, di estro. Sarà una risata continua senza però tralasciare la poesia che il mio maestro Gigi Proietti mi ha tirato fuori negli anni. Canti e balli poi incorniciano un vero e proprio show a 360 gradi. QUI TUTTE LE DATE
E quando invece sei tu a fare l’anonimo, che cosa vai a vedere?
Tutte le forme di spettacolo perché l'arte va onorata, apprezzata tutta.
Tu che ami così tanto il teatro, e l’hai dichiarato spesso, con vigore, come hai vissuto il lunghissimo periodo della chiusura dei teatri? In termini emotivi ma anche lavorativi.
Una sofferenza vera e propria che è sfociata nella ricerca di novità e costruzione del futuro.
Da grande appassionato di teatro, quale spettacolo o personaggio vorresti vivere a tutto tondo sul palcoscenico?
Vorrei interpretare un ruolo drammatico per far vedere al pubblico anche altre mie sfaccettature.
Sette anni fa eri stato intervistato per TEATRO.IT (qui l'intervista), e l’ultima domanda verteva sul tormentone Tatiana, che oggi sarebbe una super milf. Ci ha più pensato a riproporla?
No, perché il tempo passa e Tatiana - o meglio Kruska - è un personaggio legato a quel periodo in cui io volevo far capire che bisogna accettarsi e scherzare sui propri difetti. In fondo è sempre meglio essere grassi che fare una magra figura.